lunedì 8 settembre 2014

Perdersi in una fotografia

"Memories" di Lukasz Dawidowicz (modificata, termini d'uso)

Finalmente, dopo tanti buoni propositi, ho deciso di riordinare tutte le foto di famiglia. Il lavoro è davvero mastodontico, non solo per la quantità, ma soprattutto per le mille cartelle e sottocartelle contenenti files, disperse nei vari pc, smarthphone e tablet. A tutto ciò si aggiunge una variabile incontrollabile, che è il fattore emotivo. Alcune foto ti catturano nel loro mondo tra colori, odori e sensazioni passate. Ti rubano un sorriso o una grossa risata, ti stringono il cuore e riportano lì, tra una nascita e un compleanno, tra una vacanza o un giorno normale, circondato dagli affetti della tua vita. Ogni foto ha bisogno del suo tempo per essere apprezzata. Alcune ti salutano velocemente, altre ti chiamano perché hanno bisogno di parlarti. 
Cosa è cambiato da allora? Chi erano quelle persone? Quali aspettative avevano per il loro futuro?
Se alcune foto ti catturano, altre rischiano di intrappolarti. Quante volte ci è capitato di rimanere insabbiati nel ricordo di situazioni passate? È proprio come guardare e riguardare una foto o un video. Ripensiamo a quella situazione innumerevoli volte, facendoci domande alle quali spesso è difficile trovare risposta.
Cosa ho fatto di sbagliato? Perché è successo proprio a me? Perchè il tempo è passato?
I motivi per cui una persona può perdersi nel passato sono innumerevoli. Mi capita spesso di parlare con chi ha lasciato il cuore ad un amore svanito. Sebbene il tempo sia abbondantemente trascorso, c’è chi non riesce a darsi pace. È come se fosse davanti a uno schermo guardando e riguardando continuamente lo stesso filmato, avendo in mano un telecomando pronto a fermare un’immagine, a rallentare la sequenza e a tornare, quando necessario, indietro.

Non tutti, però, desiderano guardare quelle scene passate. Alcuni si sentono obbligati a nascondere dei segreti, frenati dalla paura dello svelamento.
Se racconto quello che è successo, cosa potrebbe succedermi? Chi mi crederà? Qualcuno è disposto ad ascoltarmi?
Ci sono altri che rimpiangono i tempi passati, i luoghi lontani, le persone lasciate. È così importante mantenere in noi il ricordo di quello che la nostra storia ci ha donato. Tuttavia, è altrettanto vitale non perderci nei meandri di ciò che è stato. Dove stiamo andando se il nostro sguardo è rivolto costantemente verso quello che abbiamo lasciato? La felicità nasce anche dalla capacità di apprezzare e valorizzare ciò che viviamo nel presente. Essere grati per quello che abbiamo ora, non significa disprezzare ciò che abbiamo avuto nel passato. Anzi.

Può essere terribilmente difficile, ma a volte è necessario chiudere l’album delle foto e alzare lo sguardo verso quello che ci è attorno, la natura che ci circonda, i nostri cari che ci aspettano.

Ci sono ancora molte altre foto da scattare. 


Francesco Lotito. "Lavoro in una scuola professionale dove sono insegnante e psicologo. Fornisco supporto a studenti, genitori e insegnanti. Sono uno psicoterapeuta familiare e lavoro con singoli individui, coppie e famiglie rispetto a molteplici problematiche. Mi occupo anche di consulenza psicologica online." Potete trovare il suo blog su www.adolescenze.it 

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