giovedì 28 agosto 2014

Io e i miei figli in età prescolare...

"Fratelli" di Francesco Di Lillo (termini d'uso)


Come molti genitori di bambini tra i tre e cinque anni, mia moglie ed io ci siamo informati su diversi stili ed approcci educativi. Tra consigli di familiari e amici, alla fine abbiamo letto un po' di tutto. L'approccio che alla fine funziona di più nella nostra famiglia sembra essere quello della Dott.ssa Laura Markham. Un approccio che lei stessa ha battezzato col nome di Aha! Parenting.

Il suo sito (in inglese) è ricco di informazioni e consigli utili ed oggi provo a sintetizzare alcuni dei suoi suggerimenti su ciò di cui ha bisogno un bambino in età prescolare (3-5 anni). Un articolo che mi sta particolarmente a cuore, avendo tre maschietti particolarmente (e felicemente) attivi in questa fascia d'età.

Secondo la Markham, i bambini tra i tre e i cinque anni sono "esploratori, scienziati, artisti" allo stesso tempo. E non posso che essere d'accordo nell'osservare i miei tre boys, tutti dai sei anni in giù, mentre cominciano a sperimentare le proprie emozioni, i propri talenti e l'ambiente che li circonda.

La Markham sottolinea l'importanza del contributo che può (e dovrebbe) arrivare dai genitori affinché i nostri figli possano gettare le basi per un'infanzia felice, e lo fa suggerendo undici aspetti della loro vita su cui noi genitori dovremmo investire i nostri sforzi e attenzioni.

1. Struttura. Con il mondo caotico che li circonda, i bambini hanno bisogno di routine e ritmi regolari. L'atmosfera casalinga deve essere quanto più possibile calma e divertente. Gli orari e le routine dei pasti e della nanna costanti e senza troppe sorprese. La regolarità, insomma, sembra aiutare i bambini a crearsi delle "certezze."

2. Riposo adeguato. Se è vero che i bambini in questa fascia d'età oppongono resistenza quando è ora di andare a dormire (una vera battaglia psicologica quotidiana, per quanto mi riguarda!), è altrettanto vero che senza un riposo adeguato faranno fatica a fronteggiare gli impegni emotivi, fisici ed intellettuali della loro giornata. E' importante quindi rallentare i ritmi in anticipo, prima della routine serale.

3. Controllare l'alimentazione. La Markham suggerisce di decidere in anticipo quali alimenti possono essere accessibili ai propri figli, e lasciare che si assumano la responsabilità di decidere quanto mangiare. Nel farlo, dovremmo tenere presente che i bambini di questa fascia d'età sembrano aver sempre fame (i miei sembrano lupi affamati, sempre con la testa e le mani nelle credenze) e che dovremmo fare in modo di fargli trovare alimenti salutari.

4. Aiutarli a gestire le emozioni. Il bambino deve sentire di poter essere ascoltato regolarmente, di ridere e divertirsi. E' il modo migliore per alleviare le sue ansie di "bambino nel mondo." A volte questi bisogno possono manifestarsi sotto forma di urla e attacchi verbali personali, tipo "Voglio un altro papà (o un'altra mamma)!" La Markham suggerisce di non prendercela ma cercare di mostrare comprensione anche mentre fissiamo dei limiti. Approccio che ha funzionato spesso con i miei: dopo qualche parola carina e un abbraccio, spesso sono stati loro a chiedere scusa e a tornare di buon umore.

5. Fissare dei limiti, con comprensione. L'approccio della Markham preferisce il dialogo alle punizioni, o alla logica. Forse è anche per questo che lo preferiamo ad altri. Partendo dal presupposto che i bambini sono esploratori per natura, il loro comportamento spesso è determinato dalla volontà di capire quali sono i limiti, e fin dove possono arrivare. Le punizioni, sostiene la Markham, peggiorano il loro comportamento. La soluzione sarebbe nel fissare delle regole e dei limiti, mostrando comprensione riguardo ai desideri dei figli, con l'obiettivo di portarli a voler obbedire. Facendo così, li aiutiamo a sviluppare autodisciplina piuttosto che il bisogno di sentirsi dire sempre da qualcuno cosa fare o come comportarsi.

6. Interazione con i genitori. Ogni giorno, come genitori, dovremmo riuscire a dedicare ai nostri piccoli un po' del nostro tempo per giocare con loro, per scendere al loro livello e lasciarci guidare nella costruzione di un treno, di un robot o del castello della principessa. Secondo la Markham, non è importante l'esercizio intellettuale, quanto il rafforzamento del rapporto emotivo e fisico tra genitore e figlio.

7. Essere ascoltati. Quando i nostri figli ci tempestano di domande, di "Perché?", o di tentativi di modificare i limiti che abbiamo fissato, dovremmo riflettere su ciò che desiderano veramente. Invece di più informazione, i nostri figli spesso desiderano essere ascoltati e considerati. La Markham suggerisce allora di rigirare loro la domanda.

8. Aiutarli ad esprimersi senza piagnucolare. In questa età particolare, quando si lamentano, i nostri figli potrebbero non necessariamente cercare di averla vinta. Sono in una fase in cui stanno imparando ad avere il controllo di ciò che li circonda e delle loro emozioni. E a volte potrebbero aver bisogno di aiuto...

9. La scuola. La Markham suggerisce che i bambini sotto i cinque anni devono sforzarsi parecchio, da un punto di vista emotivo, per sostenere una intera giornata all'asilo. La cosa è ancora più vera con i bambini tra i tre e i cinque anni i quali, invece, avrebbero bisogno di un bel pisolino dopo pranzo e della familiarità di casa. Secondo lei, se possibile, la mezza giornata sarebbe la soluzione migliore.

10. Opportunità per socializzare. I bambini in età prescolare tendono a voler frequentarne altri leggermente più grandi. Lo fanno per "apprendere"e allenare le proprie abilità interpersonali. A volte hanno bisogno di aiuto per imparare a rispettare il proprio turno, oppure per frenare atteggiamenti da "bullo". Questi ultimi, tra i bambini di quattro anni, sono normali in una fase durante la quale familiarizzano con il "potere" ed imparano a gestirlo. Secondo la Markham, quindi, non dovremmo sentirci in colpa se al parco giochi ci "intromettiamo" in una disputa per correggere alcuni comportamenti.

11. Tempo libero. Agli occhi di un bambino in età prescolare, il mondo appare ed è una continua scoperta. Tutte le sane attività familiari che programmiamo lo aiutano nel suo sviluppo emotivo e intellettuale. La Markham, tuttavia, suggerisce di non sottovalutare l'importanza del tempo libero, non programmato, durante il quale i nostri figli possano giocare e sentirsi liberi di rilassarsi.


Francesco Di Lillo. "Responsabile per i rapporti con le istituzioni UE per una religione cristiana. Mi interessano le relazioni internazionali, i diritti umani e la libertà religiosa. Sono sposato con la mia migliore amica e insieme abbiamo tre figli (in attesa di un ulteriore arrivo)." Francesco è il co-fondatore di Famiglia.ninja e scrive saltuariamente sul suo blog: www.francescodilillo.it

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