mercoledì 30 luglio 2014

Si può essere veri uomini con l'aspirapolvere in mano?

"Cleaning" di Eric Vo (termini d'uso)

Perché quando la donna, oltre a lavorare fuori casa, guadagna di più del suo partner, è sempre lei a sobbarcarsi la stragrande maggioranza del lavoro familiare? E come mai talvolta sono proprio gli uomini economicamente dipendenti quelli meno collaborativi? Per quale strano abbaglio una donna percepisce come “giusta” una divisione del lavoro familiare che la penalizza? E infine, quale attentato, o al contrario conferma, alla sua appartenenza al genere maschile, rappresenta per un uomo il fatto di lavare o non lavare i piatti?

Sono alcune delle domande alle quali Lorenzo Todesco, sociologo dell’Università di Torino, cerca di trovare risposta in una ricerca riportata su 27ora-Corriere della Sera.

Secondo i dati pubblicati nell'articolo, nelle coppie tra i 25 e i 44 anni, dove entrambi i partner lavorano, l’indice di asimmetria, ovvero la percentuale di lavoro familiare svolto dalla donna rispetto al totale svolto dalla coppia, è al 71%. Insomma, le donne lavorano di più a scapito del loro tempo libero. Nella cura dei figli, invece, le mamme vi dedicano mediamente 2 ore e 13 minuti contro 1 ora e 23 minuti dei papà, che con i bambini tuttavia preferiscono giocare. Infine, il 58,3% degli uomini italiani non cucina, il 73,5% non alza un dito prima e dopo mangiato, il 70,5% non fa la spesa, e il 98,6% non lava né stira.

Secondo Tedesco le cause sono molteplici e lui ne evidenzia due. 

La prima è che "le politiche a favore dell’occupazione femminile possano essere un’arma a doppio taglio perché da una parte aiutano la donna a conciliare lavoro familiare e retribuito ma dall’altra fanno poco o nulla – se destinate esclusivamente alle madri – per incrementare il coinvolgimento maschile."

La seconda è che "forse quel partner che percepisce uno stipendio inferiore alla moglie ha soprattutto bisogno di dimostrare la sua appartenenza di genere e quindi neutralizza le sue paure sottraendosi a incombenze così poco da uomini…"

Io ho una mia idea. Cari mamme e papà, mogli e mariti, voi che ne pensate?


Francesco Di Lillo. "Responsabile per i rapporti con le istituzioni UE per una religione cristiana. Mi interessano le relazioni internazionali, i diritti umani e la libertà religiosa. Sono sposato con la mia migliore amica e insieme abbiamo tre figli (in attesa di un ulteriore arrivo)." Francesco è il co-fondatore di Famiglia.ninja e scrive saltuariamente sul suo blog: www.francescodilillo.it

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