martedì 22 luglio 2014

Parlare di sessualità con i propri figli

"The Gossip" di Andrei Iancu (termini d'uso)

Cosa significa, per un adolescente, vivere bene la propria sessualità? Innanzitutto bisogna precisare che, parlare di “sessualità” non significa parlare di “sesso” o “comportamenti sessuali”. La sessualità si riferisce a ciò che siamo come uomini e donne e non a come utilizziamo alcune parti del nostro corpo.

Un adolescente che vive bene la propria sessualità:
  • Apprezza il proprio corpo
  • È responsabile dei propri comportamenti
  • Comunica efficacemente all’interno della propria famiglia
  • Comunica efficacemente con entrambi i generi in modo appropriato e rispettoso
  • Esprime affetto e amore in una maniera appropriata per la sua età.

Decido di parlare dell’argomento con un gruppo di ragazzi e ragazze tra i 15 e i 17 anni, provenienti da realtà e culture diverse. Non ho dubbi che il tema possa essere interessante, ma mi incuriosisce sentire i loro punti di vista su una tematica così complessa. Innanzitutto, cerco di capire quanti di loro sono abituati a parlare di sessualità con i loro genitori. La metà del gruppo mi risponde affermativamente. Non mi sorprende che la maggior parte di loro siano ragazze.


IO: Di cosa parlate con i vostri genitori?
Claudia: Io parlo con mia mamma di tutto.

Emma: Io a mia mamma chiedo consigli.

Nicholas: Mia madre dice di non mettere incinta la mia morosa, sennò rimango fregato.


Parlare di sessualità con i genitori cosa significa?
Cristian: Significa togliersi un peso. Magari hai qualcosa dentro.

Anisa: Anche io mi sono tolta un peso, anche perché lei non è una mia amica, è mia madre. Non mi tradirà mai, mi ascolta e sono sicura di quello che dice.

Adelina: Un figlio cambia anche in base a quando un genitore decide di parlare con lui. Un figlio ha bisogno di parlare di tutto, di essere avvisato.


Com’è vivere in una famiglia dove non si può parlare dell’argomento?
Erika: Brutto, perché se hai dubbi e delle perplessità hai paura di chiedere, non sai come reagiscono i tuoi genitori e stai zitta o chiedi agli amici che sanno più di te. Ai miei, poi, non chiederei mai certe cose perché so… mi fa strano parlare con loro. Mi vedono stra-piccola. Mio papà è come se ha paura che io cresca.

Nicholas: I genitori tengono alcuni figli troppo sotto una campana di vetro e quando i figli si rendono conto che il mondo non è bello come lo fanno vedere i genitori, diventa un po’ un casino quando se ne esce.

Adelina: Io fino all’anno scorso avevo un rapporto bruttissimo con mia madre. Le dicevo un sacco di bugie, lei non mi faceva fare niente. Poi ho deciso di parlarle, di non nasconderle niente e lei ha capito chi è la sua vera figlia. È una cosa che nasce anche da noi. Mia madre non sarebbe mai cambiata se io non fossi cambiata.


Secondo voi, in base a cosa un’azione può essere giusta o sbagliata?
Claudia: I valori della famiglia, cosa mi hanno insegnato i miei. La cosa che mi piace della mia famiglia è che c’è il rispetto del pensiero.

Cristian: Io quando non ho un’idea precisa preferisco ascoltare quello che mi dicono i miei. Poi ci penso e mi faccio un mio pensiero.

Luca: Io che non parlo con i miei, ascolto un po’ cosa pensano i miei amici.


A che età avete cominciato a fare domande sulla sessualità?
Claudia: Alle medie perché cominciavano a girare filmini per la classe.

Nicholas: Terza, quarta elementare.

Adelina: Sì, ma sarebbe stato meglio se me lo avessero spiegato i miei genitori e non i miei amici, che me l’hanno spiegato in modo volgare.

Cristian: Io preferisco gli amici perché vanno diretti.

Claudia: Se hai una domanda i genitori vanno più sullo specifico, ti danno una risposta sicura, mentre quando parli con gli amici ti fai dei pensieri tanto sbagliati; perché anche loro hanno sentito altri.

Nicholas: Io non capisco i genitori che non parlano ai loro figli.

Claudia: Mia mamma mi ha detto che non aveva con sua mamma, per niente, un rapporto come io ho con lei. Per lei il sesso era un tabù. Ha dovuto scoprire tutto da sola; andava in biblioteca e leggeva dei libri per farsi un’idea. Mi dice che avrebbe preferito avere un rapporto come il nostro, perché io so che cos’è, so come comportarmi, come prevenire errori e a che responsabilità vado incontro.


In questi mesi si è sentito molto parlare di baby prostitute. Secondo voi, cosa può portare una ragazza della vostra età a fare determinate scelte sessuali, a utilizzare il proprio corpo come merce di scambio?
Adelina: Secondo me, fa la differenza il rapporto che hai con i genitori. Se i tuoi genitori ti spiegano le cose come sono, tu sai poi come gestirle. Io avevo un’amica a cui i genitori non permettevano di fare niente. Appena lei è uscita di casa ed è stata libera, ne ha combinate di tutte i colori; andava con uno e poi con un altro; non sapeva gestire la situazione perché era un nuovo mondo per lei; non sapeva cosa significava; non sapeva che stava andando oltre ogni limite. Se i suoi genitori le avessero parlato sarebbe stato tutto diverso.

Claudia: Mia mamma una volta guardando il TG mi ha detto: “io non riuscirei mai a vendere il mio corpo anche se non avessi soldi” e questa cosa me l’ha trasmessa.

Emma: Secondo me dipende tanto da quello che non gli danno i genitori: i soldi e l’affetto.

Adelina: La libertà bisogna saperla dare, a piccole dosi.

Claudia: Nelle interviste che hanno fatto a queste ragazzine tutte hanno detto: io l’ho fatto per i soldi, perché volevo comprare i vestiti di lusso ed essere alla pari con i miei compagni. Non è che lo fanno per fare le trasgressive, ma per comprarsi qualcosa con i soldi che si guadagnano.

Cristian: Ci sono tanti altri modi per guadagnarsi dei soldi.

Gli altri del gruppo: Come?

Claudia: In Italia non c’è lavoro per la gente che ha trent’anni. C’è lavoro per noi? Noi giovani non abbiamo voglia di faticare quindi se vedi una possibilità più facile è ovvio che puoi fare una scelta del genere.

Adelina: Andare con una persona con cui non hai un legame è orribile. La questione non è andare con un vecchio o con un giovane, ma è la dignità, il valore dei tuo corpo.

Emma: A quell’età hai tantissime attenzioni da parte dei ragazzi, soprattutto se sei carina. Magari ti fai diverse esperienze, ma se non hai un po’ di coscienza ti molli così.

Michela: I genitori ti devono sapere limitare, devono insegnare ai figli ad accontentarsi. Non puoi andare a buttare mezzo stipendio per un iphone.

Claudia: Secondo me devono avere altri problemi. Quando vanno a casa sono le prime che si tagliano, che piangono.

Sofia: Sì ma alla fine è una loro scelta, sono loro che hanno scelto. C’è chi da la responsabilità ai genitori, ma alla fine sono loro che fanno le scelte.

Claudia: è anche colpa della società: ti spinge sempre ad avere qualcosa sempre di più, di più e di più. Ed è anche il rapporto con gli amici: quello ha le scarpe più belle e anche io le devo avere. I tuoi genitori non te le comprano e tu come fai? Però è proprio un abbassarsi.


Quindi, ritornando all’argomento generale della sessualità, che consigli dareste a dei genitori?
Tutto il gruppo: Parlarne con i figli.

Adelina: Non aver paura anche se possono dire delle cavolate; un figlio aspetta di parlare con i propri genitori di questo argomento, non vede l’ora.

Emma: Creare un rapporto di mamma amica in queste situazioni. Quando deve fare la mamma fa la mamma, ma quando deve dare consigli deve essere più da amica.

Nicholas: Io avrei chiesto ai miei genitori di avere un po’ più di regole. Adesso mi so regolare, ma prima.

Michela: Vedere un po’ di dolcezza tra di loro.

Giulia: Non scegliere un momento preciso per parlarne, perché io mi agiterei. Prendere quello che viene; quando vedi una notizia a un telegiornale comincia a parlarne. Poi dovrebbero accorgersi quando un figlio comincia ad avere interesse.


Grazie a tutti!


Conclusioni
Il gruppo, sebbene non possa essere rappresentativo, esprime dei concetti comuni a questa età. Chiedono ai loro genitori di essere attenti, presenti e coraggiosi. Per generazioni e generazioni la sessualità è stata un argomento tabù in molte case. Molte sono le “vittime” di questa disinformazione. Non dovrebbe, invece, esistere luogo migliore per parlare di questa tematica, perché accompagna la crescita di una persona. Le occasioni per parlarne sono tantissime. Bisogna saperle utilizzare, cercando di parlare non a loro, ma con loro. La tentazione di cedere all’imbarazzo, alla paura di non sapere cosa dire può essere grande. Ma siamo sicuri di volerli lasciare in balia dei loro coetanei, di internet o di chissà cos’altro? Come alcuni del gruppo hanno detto: “un figlio aspetta di parlare con i propri genitori di questo argomento, non vede l’ora”, “si toglie un peso.”


Francesco Lotito. "Lavoro in una scuola professionale dove sono insegnante e psicologo. Fornisco supporto a studenti, genitori e insegnanti. Sono uno psicoterapeuta familiare e lavoro con singoli individui, coppie e famiglie rispetto a molteplici problematiche. Si occupa anche di consulenza psicologica online." Potete trovare il suo blog su www.adolescenze.it 


Nessun commento:

Posta un commento